23 novembre 2018. intervento in radio In occasione dell Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Avv. Maria Luisa Missiaggia
Attiva la prima chat anonima per uomini maltrattanti messa a disposizione da Studiodonne Onlus, associazione fondata dall’avvocato Maria Luisa Missiaggia, esperta in diritto familiare. Obiettivo della Onlus è offrire percorsi di recupero per uomini maltrattanti.
http://gds.it/2018/11/18/attiva-la-prima-chat-anonima-per-uomini-vittime-di-violenza_953086/
Una chat per uomini contro la violenza di genere. E’ l’iniziativa, completamente gratuita, avviata dall’associazione Studiodonne Onlus fondata dall’avvocato Maria Luisa Missiaggia, che precisa come per sconfiggere il fenomeno sia fondamentale lavorare sul recupero degli autori di violenza.
https://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/violenza_di_genere_chat_uomini_violenti-4061395.html
La violenza sulle donne vista come una «dipendenza» da cui guarire. Il femminicidio combattuto non più, non solo, proteggendo le vittime, bensì disinnescando gli aggressori. Il cambio di prospettiva, primo caso a Roma, viene proposto dalla Studiodonne onlus, che sul modello degli alcolisti anonimi mette a disposizione degli «uomini maltrattanti» un percorso in 12 passi per guarire da questa loro debolezza: «L’uomo che picchia o uccide non è un uomo forte — dice la fondatrice Maria Luisa Missiaggia, una lunga esperienza da avvocato matrimonialista — ma un soggetto debole e non autonomo, che di fronte alla realtà di una donna che non lo accetta non è in grado di controllare le sue reazioni violente e in questo senso dipendente da esse».
La giornata mondiale contro la violenza sulle donne, con Maria Luisa Missiaggia, fondatrice di Studio Donne Onlus.
https://www.raiplayradio.it/audio/2018/11/6-SU-RADIO1-aa0b53a9-666c-4cb7-9ff2-f85a5dfe32f3.html
Ogni giorno assisto persone, le seguo, vorrei insegnare loro anche un modo di amare sano e di lasciarsi con amore, come spiego nel mio libro. Come avvocata della famiglia, dopo trent’anni ne ho viste di coppie “uccidersi” per amore e ne ho visti di genitori configgere ed usare figli.
In amore, insomma, siamo tutti un po’ dipendenti, diciamoci la verità: spesso dalle attenzioni dell’altra persona, dalle piccole cose, dalle “abitudini felici”, nel vedere il partner nella propria vita come arricchimento e punto di forza, in uno scambio di piacere, di arricchimento, di crescita, che viaggia in tutte e due le direzioni.
App contro la violenza di genere
App che possono salvare: la tecnologia può fare molto per la violenza di genere, può rispondere prontamente alle richieste di aiuto e/o indirizzare le donne che necessitano di aiuto.
Sono diverse le applicazioni che, grazie alla geolocalizzazione e la rete, riescono ad essere un valido supporto per donne in pericolo. Sono attive h24 e totalmente gratuite, mettono in contatto le donne con i numeri d’emergenza e con i centri antiviolenza più vicini.
Where are U
App ufficiale del 112, numero europeo dell’emergenza, connette automaticamente la donna in difficoltà alla centrale 112 più vicina. App adatta sia per android che iOS. Se non si può parlare c’è l’opzione chiamata silenziosa in cui si può indicare il tipo di intervento richiesto.
Quando viene effettuata la chiamata viene inviata automaticamente la posizione.
D.i.re
App gratuita e creata dalla rete D.i.re capace di mettere in contatto subito la donna con il centro antiviolenza più vicino. Anche questa app è compatibile per Android e iOS.
Le utenti possono registrarsi anche con profilo anonimo e nella app troveranno anche molte informazioni e la possibilità di creare un’agenda per annotare tutti i vari casi di violenza e maltrattamento subiti utili alla ricostruzione.
Shaw
Shaw è l’acronimo di Soroptimist Help Application Women, una rete internazionale di donne attive in campo di diritti umani diffusa oggi in 130 paesi per un totale di 176.000 socie. L’app è molto intuitiva e tradotta in 12 lingue.
App disponibile per Android i iOS, dedicata e rivolta alle donne che vogliono denunciare, possono mettersi in contatto con il 112, che con il 1522 numero messo a disposizione dal Dipartimento Pari Opportunità ed attivo dal 2006.
L’app segnala inoltre i centri antiviolenza più vicini e ha diverse sezioni tra cui legge in grado di dare le informazioni basilari di carattere giuridico.
Stalking buster
App prodotta da Fondazione Donna a Milano e Avenade Italy disponibile per Android, iOS e Windows phone. Permette di avere una mappa dettagliata del luogo in cui ci si trova, di chiamare il numero 112, un altro numero precedentemente impostato o lanciare un sms di emergenza con le proprie coordinate inserite.
Obiettivo principale della nostra associazione è certamente quello di cercare di prevenire, laddove possibile, ogni forma di violenza, ma quando questa accade, il nostro scopo è assolutamente quello di tutelare la vittima.
Ancora troppo spesso ci capita di assistere impotenti ad errori commessi nella fase di acquisizione dei campioni, errori che di fatto possono essere alla base dell’impossibilità del loro utilizzo in ambito giudiziario.
Questa condizione si può verificare anche per un problema di tipo negazionale.
Può accadere che una donna ,ad esempio, riguardo alla violenza subita, neghi l’accaduto, in primis proprio a se stessa, quindi magari si può verificare che acceda in ospedale, dopo aver effettuato numerose docce in modo da rimuovere dolore , ricordi..e purtroppo anche prove, senza esporre anzi negando la violenza subita.
Alcune donne giungono al pronto soccorso con un vuoto legato a quei terribili frangenti e dopo un tempo variabile.
La tempestività nell’intervenire nei casi di violenza si rende necessario sia per poter seguire i protocolli di prevenzione che di screening, che per la potenziale minore perdita nell’acquisizione dei campioni biologici quali saliva, liquido seminale, etc.
Mai dimenticare che ci si trova di fronte ad una vittima, ma mai dimenticare che per cercare di individuare il colpevole la lucidità, certamente non disgiunta alla conoscenza dei diversi percorsi da seguire, debbono essere sempre presenti .
L’associazione Studiodonne Onlus mette a disposizione dei presidi che intendono usufruire, corsi utili alla formazione del personale.
La psicologia alla base della relazione violenta
In diversi articoli di questo blog abbiamo avuto modo di sottolineare che la violenza è trasversale e non fa distinzione di religione, classe sociale, età.
La violenza è qualcosa che si contagia, che si ripropone, che si emula.
Non ci sono cause specifiche e non valgono per tutte le relazioni tuttavia ci sono delle caratteristiche relazionali ricorrenti.
Sappiamo, per esempio, che nella stragrande maggioranza dei casi l’autore di violenza ha una conoscenza profonda della vittima: è il suo ex o il suo partner attuale.
Gli uomini maltrattanti sono solitamente instabili, passando da uno stato d’animo ad un altro in modo repentino, non gestiscono impulsi e frustrazioni.
Hanno uno smisurato bisogno di attenzioni e riconoscimento. Il rimanere soli o sentirsi respinti crea in loro un dolore tagliente e profondo che facilmente si trasforma in furia.
La perdita del controllo sulla donna è uno dei fattori scatenanti come tristemente ci ricorda la cronaca. Capita per esempio alla donna non vuole accetta una relazione violenta e malata, che con coraggio e forza riesce a prenderne le distanza ma poi viene uccisa.
Incapace di sentirsi davvero alla pari con l’altro faticano a confrontarsi e gestire i conflitti. Solitamente scelgono donne accudenti e dipendenti. Se hanno figli commetteranno l’errore di trasmetter loro che nel mondo c’è uno che comanda che corrisponde all’uomo e una che subisce, la donna.
Un figlio di un uomo violento è ad alto rischio di riproporre lo stesso modello violento del padre, come accennato nelle prime righe dell’articolo.
Stessa cosa vale per donne che hanno avuto padri violenti: il rischio nel loro caso è di trovare un uomo che ripropone la medesima violenza.
In questo articolo parliamo sempre di rischio e di maggiore probabilità che non equivale a certezza.
Una relazione violenta si basa sul principio di non parità tra i due coniugi.
Nel precedente articolo abbiamo già parlato dei vari tipi di violenza che si possono attuare: psicologica, economica e fisica.
Aiutare una donna che subisce violenza: da dove iniziare
E’ sempre difficile convivere con il sospetto che una persona a cui vogliamo bene possa essere vittima di violenza.
Possiamo provare stati contrastanti, dalla rabbia al dubbio: chiediamo se sia giusto intervenire sulla base di un solo sospetto e certe remore aumenteranno se conosciamo oltre che la vittima anche il maltrattante (che ai nostri occhi non ha mai avuto comportamenti violenti).
Affrontare un caso di violenza ci impone di entrare in contatto con emozioni forti, ma anche con i nostri pregiudizi e ci impone una scelta.
I segnali di allarme
Una donna che subisce violenza si può riconoscere da alcuni indicatori:
- psicologici: una donna che subisce violenza esprime paura, panico, depressione, scarsa autostima, agitazione e colpevolizzazione.
- fisici: contusioni, bruciature, lividi, aborti spontanei, disordini alimentari
- comportamentali: isolamento sociale, ritardi sul lavoro, racconti incongruenti
Cosa fare
La cosa che possiamo fare è chiederglielo apertamente in un momento di tranquillità. La donna deve sentirsi in uno spazio sicuro.
La donna che subisce violenza tenderà a provare vergogna, temere che il compagno o ex lo possa venire a sapere, avrà paura di non essere creduta.
E importante non fare sentire sola la donna, offrire il proprio aiuto senza giudicare.
Evitare di improvvisare consigli e rivolgiti ai professionisti. Non scordare che si tratta di situazioni pericolose e complesse che potrebbero mettere in pericolo anche te se non gestite bene.
Come comportarci
Non mettere in dubbio i racconti e non stupirti se emergeranno sentimenti contrastanti della donna verso il maltrattante;
Ricordale che non esiste alcuna giustificazione per violenze e maltrattamenti;
Cerca di capire da quanto tempo la donna subisce violenza, se c’è stata una escalation e se in casa ci sono delle armi.
Non prendere iniziative senza prima averle concordate con la donna. La tua vicinanza e il tuo sostegno saranno fondamentali in questo momento;
Una delle paure più grandi delle donne è perdere i figli, solitamente l’uomo violento le minaccia dicendole che le farà perdere i figli. Ricordale che non è una cattiva madre.
Dalle il numero di un centro specifico rassicurandola che lì riceverà aiuto e sostegno.
Gli esperti di Studiodonne Onlus sono a disposizione 24 ore su 24. Contattaci
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