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La moda e lo sfruttamento

“Un commento a caldo su due dei temi di uno spettacolo che non vedo l’ora di vedere e per il quale ringrazio tutte per l’invito.
La moda e lo stupro:
La cronaca ci ha invaso, tra i tanti ,dei due casi di Genovese e Grillo dove violenza sessuale, cessione di sostanze si incrociano con il mondo patinato della moda dove le donne accedono spesso nell’illusione di trovare l’introvabile. restano invischiate in racconti confusi ricordi sfumati dalle droghe come nello spettacolo dove vediamo le modelle che pensano di non ricordare cosa è accaduto la sera prima. La buona notizia è che oggi si comincia a parlare di danni addirittura quantificabili in milioni dove lo stato deve farsene carico.

Violenza sulle donne in aumento nell’ultimo anno

Il tema della violenza sulle donne è, purtroppo, sempre un tema centrale e nonostante le forti campagne di sensibilizzazione, nell’ultimo anno abbiamo visto un innalzamento significativo dei casi di femminicidio, violenze e stalking. I dati forniti dal numero verde 1522 (aiuto e sostegno alle vittime di violenza o stalking) evidenziano, infatti, un forte aumento delle richieste di aiuto di vittime di violenza nell’anno 2020 (aumento che passa da circa 4300 richieste ad 8600, un aumento del 100% in più rispetto al 2019!).

Da cosa può essere determinato questo aumento così grave?

L’anno 2020 è stato un anno molto particolare per la vita di tutti; la pandemia da Coronavirus ha, infatti, costretto la maggior parte della popolazione a rimanere chiusa all’interno delle proprie abitazioni e questa, per i casi di violenze, non è mai una buona situazione (Un altro articolo in tema di violenze in estate e perché aumentano: https://www.studiocataldi.it/articoli/35141-femminicidi-in-estate-la-violenza-aumenta.asp ). Spesso il cambio della routine e l’essere costretti a trascorrere più tempo insieme rispetto al normale fa si che sorgano dei dissidi, delle divergenze e dei lati del carattere di ogni persona che precedentemente erano sconosciuti. Nei casi più gravi portano alla violenza ed ai maltrattamenti. È bene sottolineare che nello scorso anno le donne sono andate anche incontro alla enorme difficoltà che si aveva nel denunciare questi casi (che già normalmente richiedono una grande forza di volontà per essere portati all’attenzione della polizia) aggravata dal fatto che la forzata convivenza, nella maggior parte delle situazioni, non permetteva di trovare dei momenti di “sicurezza” e solitudine in cui chiamare e denunciare l’accaduto.

La disciplina legislativa in materia di violenza di genere

Nel 2013, a seguito di un anno molto difficile in tema di femminicidi e violenza sulle donne, è stato emanato un provvedimento legislativo del Parlamento (Legge n. 119/2013) ribattezzato “Legge sul femminicidio”.

L’inserimento di questa legge ha portato alla modifica di alcuni articoli del Codice Penale ed all’inserimento di apposite aggravanti. È stata modificata innanzitutto la disciplina dello stalking (sono molto numerosi i casi di stalking che le donne subiscono da parte degli uomini) aggiungendo l’aggravante nel caso in cui la vittima fosse una donna in stato di gravidanza oppure nel caso in cui il colpevole fosse il coniuge, anche separato o divorziato, o una persona a cui la vittima è stata legata da relazione affettiva (articolo 612bis c.p.).

La nuova disciplina dello stalking è anche stata estesa ai casi di violenza sessuale che, quindi, se commessa verso il coniuge o ex coniuge o nei confronti di una donna in stato di gravidanza vedrà, per il colpevole, un aumento della pena.

La legge sul femminicidio ha, inoltre, introdotto una nuova misura precautelare con l’articolo 384bis c.p.p. che permette alla polizia giudiziaria, a seguito dell’autorizzazione del pubblico ministero, di allontanare d’urgenza dalla casa familiare colui che si macchia dei reati di abuso dei mezzi di correzione, violazione degli obblighi di assistenza familiare, stalking, violenze, pedopornografia, prostituzione e minaccia grave. Fondamentale è, dunque, l’immediatezza tramite cui la polizia giudiziaria può procedere, proprio dettata dalle situazioni di estrema necessità e dal pericolo di reiterazione dei comportamenti su specificati. È addirittura previsto il giudizio direttissimo per chi è stato d’urgenza allontanato dalla casa familiare, in modo tale da convalidare l’arresto entro quarantotto ore successive a meno che ciò non possa compromettere le indagini.

Legge codice Rosso del 2019

Nel 2019 sono state adottate nuove misure per prevenire e contrastare ulteriormente la violenza di genere, la cosiddetta “Legge Codice Rosso”. Tramite questa legge si è inserito l’obbligo per la polizia giudiziaria di comunicare immediatamente al pubblico ministero qualsiasi notizia di reato ricevuta nei casi di maltrattamenti, violenza sessuale, lesioni o atti persecutori che vengano commessi in un contesto familiare o di convivenza, senza alcun tipo di valutazione discrezionale sul grado di urgenza della segnalazione. A seguito della segnalazione da parte della polizia il pubblico ministero avrà l’obbligo di ascoltare la vittima del reato entro un termine massimo di tre giorni così da rendere le eventuali misure cautelari da mettere in atto il più tempestive ed efficaci possibile.

A cura dell’Avv. Maria Luisa Missiaggia, con la collaborazione di Ludovico Raffaelli

Il papa ci ricorda che la violenza domestica e’ una degenerazione dell’amore …

curare l’offender con un percorso spirituale di recupero come quello dei 12 passi www.studiodonneonlus.com e’ ormai una obbligata strada di aiuto alle vittime…

la chat anonima e’ lo strumento unico con cui si può accedere al percorso navigando nel sito studiodonneonlus.com …

la celerità dei processi e la cura della persona violenta possono essere la nuova strategia per ridurre questa carneficina femminile che in pochi mesi ha raggiunto dati sconvolgenti…

femminicidio

LA VIOLENZA VA FERMATA E CURATA

LA VIOLENZA VA FERMATA E CURATA

a cura dell’ avv. Maria Luisa Missiaggia

I fatti accaduti nella terrazza di Genovese, dimostrano dove può arrivare la violenza e come una donna può sottovalutare situazioni pericolose.

Il profilo della persona violenta deve essere noto e comunicato alle vittime che troppo spesso sottovalutano i segnali e gli ambienti dove la violenza si può esprimere.

La violenza è trasversale e non appartiene solo al disagio ambientale o alla povertà economica.

Lo confermano i fatti accaduti nella Terrazza sentimentale dell’imprenditore Alberto Genovese, arrestato con l’accusa di aver drogato, stuprato e sequestrato una ragazza, nella terrazza dove il re del web appoggiato da una pletora di yes men, compiva ripetutamente atti di vessazione e maltrattamenti nonché violenze alle donne, protetto da buttafuori che controllavano la porta.

Trattata come pezza, drogata dalla chetamina e poi stuprata più volte, la coraggiosa ragazza che è riuscita a denunciare, dimostra come la stessa fosse ignara che ambienti cosi compromessi dalla droga potessero portare con sé anche violenze inaudite.

Quello che mi ha sconvolto di più, è leggere da Genovese “non credo di aver fatto nulla di grave, di illegale”.

Ebbene, il profilo del violento è privo di empatia e rispetto per il prossimo e per la donna.

E questo le donne lo devono sapere!

La violenza sulle donne è purtroppo e da diversi anni un fenomeno che, nelle statistiche e nella realtà dei fatti, si presenta sempre più in modo drammatico e complesso.

La cronaca quotidiana è tristemente nota per il numero esorbitante di episodi in cui, uomini anche molto in vista, economicamente e socialmente inseriti, re del web e della cronaca si rendono esecutori di sevizie, maltrattamenti, veri e propri soprusi a danni di giovani donne, mogli o compagne.

Lo stesso Presidente Mattarella, parlando del fenomeno, lo ha definito come vera e propria “emergenza pubblica” che, come tale, esige azioni decise e rigorose in grado, se non di fermare, almeno di arginare la sequenza impressionante dei reati di questa natura.

COSA DICE LA LEGGE?

Dal punto di vista normativo la Legge di riferimento che detta norme in materia di violenza domestica e di genere è la n.69 del 19 Luglio 2019. Un provvedimento tanto atteso quanto necessario, dopo l’escalation dei casi di femminicidio dello scorso anno consumati tra le mura domestiche, che prevede di velocizzare i tempi giudiziari, di inasprire le pene e, con l’art.17, il cosiddetto Codice Rosso, disciplinare tra le varie cose anche il trattamento psicologico ai condannati per reati sessuali e persecutori contro i familiari o conviventi”.

 

I 12 PASSI CON STUDIODONNE ONLUS PER LA CURA DELLA VIOLENZA.

Può esserci una strada che è quella della cura per il violento.

Il programma dei 12 passi abbracciato da Studiodonne Onlus è una possibile soluzione ed offre un programma spirituale anche per la famiglia del violento, moglie, compagna e figli ed anche genitori dello stesso quando ci sono.

Protezione delle vittime da un lato, cura dei “carnefici” dall’altro.

Con Studiodonne Onlus ci occupiamo delle questioni di violenza di genere a trecentosessanta gradi, indirizzando i nostri sforzi nella tutela dei diritti delle vittime, promuovendo e sensibilizzando l’attenzione pubblica su queste delicate questioni: la prima forma di prevenzione è infatti la consapevolezza di determinate dinamiche, di comprendere che ci possono essere forme di amore deviante, di attaccamento morboso e di stalking psicologico, capaci di trasformarsi in odio e addirittura in tragedia.

Oltre l’invito a fare rete, a denunciare i propri persecutori ed essere tutelate dalla legge, un aspetto essenziale riguarda la figura del “carnefice” che, nonostante tutto, ha la possibilità di curarsi secondo il Codice Rosso attraverso programmi specifici e trattamenti integrati di tipo psicologico, sociale, pedagogico, psichiatrico e di criminologia clinica.

 

Perché la lotta contro la violenza possa essere vinta serve anche avere un sistema che preveda la “cura” del reo.

Tra i tanti dati che annualmente testano il polso dei crimini di violenza sulle donne uno è significativo: almeno il 40% torna nuovamente a abusare e a rendersi colpevole di violenza se non viene curato.

 

Attraverso il metodo dei dodici passi, applicato in casi di dipendenza come la ludopatia, l’alcol e le droghe  riusciamo a ri-educare anche gli uomini violenti, così come già accade in diversi Paesi del mondo.

Si tratta di un percorso che punta alla ricostruzione della persona e sul controllo costruttivo delle sue emozioni, con la consapevolezza che la struttura umana è rappresentata simbolicamente in tre dimensioni: fisica, mentale e spirituale.

 

Un intero staff di alto livello ed un approccio multidisciplinare: queste le “armi” a disposizione della nostra Onlus con sede a Roma, in Via Vittorio Veneto 169 che sta lavorando perché la lotta contro la violenza di genere e sulle donne in particolare modo possa trovare finalmente e definitivamente una battuta d’arresto.

Avv. Missiaggia: “Presto manuale con identikit uomo violento”

ROMA – Un ‘manuale’ per aiutare le donne a riconoscere gli autori di violenza domestica e gli uomini autori di violenza ad assumere consapevolezza attraverso percorsi di cura. Molto presto un protocollo d’intesa sarà siglato dall’associazione Studiodonne Onlus, fondata dall’avvocato matrimonialista del Foro di Roma, esperta in Diritto di Famiglia, Maria Luisa Missiaggia, e dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma per sensibilizzare le istituzioni e allo stesso tempo difendere le donne e curare gli uomini nella relazione violenta. Il documento sarà presentato al convegno ‘Se la riconosci la eviti: strumenti per le donne e cura per l’uomo contro la violenza’, organizzato oggi da Studiodonne Onlus al Grand Hotel Plaza a Roma, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Avv. Missiaggia: “Presto manuale con identikit uomo violento”

OMICIDIO ELISA, L’ESPERTA: SEGNALI VIOLENZA ERANO PRESENTI MA NON RICONOSCIUTI. MISSIAGGIA: PROTOCOLLO PER DONNE E FARE RETE E IGNORARE SENSI DI COLPA

“Perché le donne si avvicinano ad uomini violenti e pur non volendo avere un rapporto continuano a frequentarli? Un primo elemento è il senso di colpa nel doverli lasciare soli e umiliati per un rifiuto, il secondo è la non riconoscibilità della violenza a fronte del bisogno di qualcuno che le faccia sentire importanti e dunque riconosciute”. E’ quanto afferma Maria Luisa Missiaggia, avvocato matrimonialista del Foro di Roma, esperta in Diritto di Famiglia e autrice del libro ”Separarsi con amore si può’’, in merito all’omicidio di Elisa Pomarelli, 28 anni, del quale è accusato l’amico, operaio 45enne, Massimo Sebastiani.

“Sicuramente in questa relazione così a senso unico, in cui lui la considerava come la sua fidanzata mentre lei solo un amico, si intravede la mancanza di cultura da parte delle donne di quello che può già definirsi un uomo violento anche se ancora non manifesto – osserva l’esperta – Per questo è necessario dare alle donne dei protocolli per affermare la propria autonomia: se non si vuole stare con una persona allontanarsi da questa e fare rete con i centri tecnici e di ascolto che possono essere di aiuto”.

Ma quali sono le caratteristiche di un soggetto violento? “Si tratta di uomini che non ritengono l’altra persona capace di dire di no quindi non riescono ad accettare il rifiuto. Piuttosto – spiega l’avvocato – la considerano l’oggetto del proprio desiderio e se quest’oggetto non ricambia l’amore che credono di volere, l’amore si trasforma in ossessione e poi in morte. I segnali che quest’uomo, accusato di omicidio, non fosse equilibrato non credo fossero ignari. Dal video della rottura dell’armadio emerge una grandissima rabbia, la casa piena di sporcizia, le monetine l’una sull’altra in modo maniacale dimostrano una persona disturbata, ossessionata dal controllo, che non sapeva prendersi cura di sé. Inoltre, la sottovalutazione da parte della comunità di questi segnali di violenza spesso è un elemento che contribuisce a non evitare l’omicidio”.

Ecco allora il messaggio rivolto alle donne per allontanare situazioni a rischio. “Le donne devono imparare a difendersi, a riconoscere la violenza e a dire di no – sottolinea Missiaggia – Quando non si vuole stare insieme a un uomo e per questo ci si sente in colpa o si prova pena bisogna prendere le distanze dal proprio sentire. Il profilo di questa ragazza, che continuava a farsi accompagnare per poi voler scappare per paura di essere baciata, può insegnare a tutte le ragazze ad allontanarsi e a saper dire di no senza avere paura di creare un problema all’altro. Impariamo a pensare prima a noi stesse e poi all’altro, perché solo imparando a difenderci possiamo aiutarci e aiutare le altre donne che possono ritrovarsi in situazioni simili”.

Episodi di violenze su donne aumentano in estate, Onlus: ‘Serve attenzione’.

Episodi di violenze su donne aumentano in estate, Onlus: ‘Serve attenzione’

Aumento del 20% nel periodo

Nella stagione estiva si moltiplicano i casi di femminicidio, maltrattamenti tra le mura domestiche e stalking, con un aumento del 20%. Lo afferma Maria Luisa Missiaggia, presidente della Onlus Studio Donne, la quale segnala “scarsa tempestività di intervento da parte delle autorità in questi periodi”.

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2019/06/27/episodi-di-violenze-su-donne-aumentano-in-estate-onlus-serve-attenzione_26e77b77-45ec-46ab-82ae-78405726f057.html?fbclid=IwAR0LjsRKJCjSpCvExn7Ac8kPgLMbm2xkzYv57PyFTGwc_aPvPxlm1atUSCQ

#Ansa #studiodonneonlus #missiaggia #avvocato #violenza

Non bisogna tentare di convincere l’uomo che quello che sta facendo e’ sbagliato ma e’ necessario rivolgersi ad amici, parenti, centri di accoglienza, rendendo pubblica la situazione di disagio, senza vergogna, per non rimanere isolate. Allontanarsi subito e ove non possibile, non rispondere in modo aggressivo all’aggressione subita: la maggior parte degli omicidi avviene a seguito
dell’esasperazione di una situazione non protetta. E soprattutto non accettare un ultimo appuntamento con la persona che ci ha mancato di rispetto, denigrato, maltrattato: false riappacificazioni tipiche del soggetto violento intenzionato a sottomettere la donna o ad eliminarla fisicamente“.

Avv. Maria Luisa Missiaggia

 

 

 

La rabbia, quella emozione considerata fondamentale nelle teorie psicologiche.

A cura della psicologa Dottoressa Gabriella Cascinelli

La rabbia…

Che cos’è che rende l’uomo rabbioso, che cos’è che fa perdere il senno della ragione…E’ la rabbia, quella emozione considerata fondamentale nelle teorie psicologiche.

La possiamo trovare sia nei bambini molto piccoli che in specie animali diverse dall’uomo. la rabbia appartiene alla triade dell’ostilità, insieme al disgusto e al disprezzo.

Tutto si crea nel primo anno di vita del bambino…il bambino se non verrà accolto, amato e accudito con amore, si sentirà non visto e tenderà poi ad annullarsi e con il passare degli anni svilupperà la rabbia, perché non si sentirà un  adulto autonomi e indipendente, ma un adulto alla ricerca costante di quelle attenzioni di cui aveva bisogno quando è venuto al mondo.

Sarà un bambino privo di fantasia e creatività, un essere umano castrato non felice, e per cui rabbioso. Un adulto – bambino che per tutta la vita andrà alla ricerca di quelle attenzioni negate nell’età infantile. questi esseri umani quando crederanno o penseranno di perdere l’oggetto del loro desiderio (compagne), arriveranno anche ad uccidere, perché loro senza quella donna torneranno nel buoi della loro non esistenza.

Questo è quello che accade agli uomini che pur di non perdere la loro visibilità…UCCIDONO.