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8 marzo, festa dedicata alla donna… l’attenzione ad una possibile soluzione per prevenire la violenza o curarla.

 

 

L’Avv. Maria Luisa Missiaggia racconta come è nata “studiodonne onlus”, nella giornata  dell’ 8 marzo, dedicata alla festa della donna.

 

“La violenza è una malattia che può essere fermata e curata”.

 

” Nel 2019 creavo sul  mio sito studiodonneonlus.com una chat anonima in cui gli uomini, autori di violenza di genere, potessero scrivere, chiedere aiuto ed  iniziare così un percorso di cura.

 

Come Presidente di Studiodonne onlus, ho avviato un’iniziativa  a difesa delle donne massacrate  dove anche gli autori di violenza vengono aiutati

Studiodonne Onlus si dedica a un progetto dove l’uomo violento recupera la sua struttura psicologica.

“La violenza non è una scelta, ma una malattia e come tale può essere curata. L’uomo violento non è consapevole di essere violento, deve essere accolto per uscire dalla solitudine e dal comportamento patologico relazionale che pone in essere. Il primo passo per sconfiggere il fenomeno è prendere atto di avere un problema e cercare percorsi di ricostruzione della personalità”.

Sul sito studiodonneonlus.com gli uomini autori di violenze contro le proprie compagne possono dunque accedere alla chat anonima per raccontare la propria storia ed essere indirizzati al gruppo di recupero.

Il percorso proposto è basato sul metodo dei 12 passi, che rientra nel progetto #perteuomo, lanciato dall’Associazione e prevede incontri costanti in cui si porta avanti un lavoro comune nella logica del mutuo aiuto.

“Attualmente vengono da noi donne  ed uomini per affrontare il tema della violenza subita o azionata”.

Sono arrivate parecchie richieste di aiuto e informazioni da parte di uomini che hanno mostrato segnali di apertura nei confronti di una possibile risoluzione del problema, conseguenza anche di questo periodo di grandi chiusure.

 

Il procedimento proposto è molto semplice, continua l’Avvocato Maria Luisa Missiaggia,” si fissa un appuntamento per entrare a far parte dei gruppi di aiuto in cui il violento, attraverso lo specchio di chi ha la sua stessa problematica, riesce a prendere consapevolezza e a seguire un percorso comportamentale adeguato.

La parte più difficile resta però l’aggancio fisico perché il sentimento di vergogna è molto forte.

Non basta un solo incontro: per imparare a controllare, gestire e superare queste malattie il programma deve accompagnare nel corso della vita”.

Molto spesso, infatti, a seguito di  una denuncia e , in alcuni casi, anche di un periodo di detenzione, la pena inflitta all’autore di violenze non è sufficiente per non ripetere l’errore.

“La pena non basta!”

Occorre anche un percorso di recupero, poiché si tratta di vere e proprie malattie.

In altri Paesi già esistono percorsi obbligatori previsti dalla legge ed è il giudice che destina direttamente al gruppo di recupero il soggetto che ha compiuto i reati.

Se non strutturiamo anche all’interno del carcere, o al di fuori a livello preventivo, un percorso specifico di cura, incorreremo sempre nel rischio di una recidiva”.

studiodonne Onlus” è nata per dare sostegno a coloro che hanno compiuto o subito violenza all’interno della famiglia, un modo semplice per uscire dalla paura  a portata di click.”

 

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LA VIOLENZA VA FERMATA E CURATA

LA VIOLENZA VA FERMATA E CURATA

a cura dell’ avv. Maria Luisa Missiaggia

I fatti accaduti nella terrazza di Genovese, dimostrano dove può arrivare la violenza e come una donna può sottovalutare situazioni pericolose.

Il profilo della persona violenta deve essere noto e comunicato alle vittime che troppo spesso sottovalutano i segnali e gli ambienti dove la violenza si può esprimere.

La violenza è trasversale e non appartiene solo al disagio ambientale o alla povertà economica.

Lo confermano i fatti accaduti nella Terrazza sentimentale dell’imprenditore Alberto Genovese, arrestato con l’accusa di aver drogato, stuprato e sequestrato una ragazza, nella terrazza dove il re del web appoggiato da una pletora di yes men, compiva ripetutamente atti di vessazione e maltrattamenti nonché violenze alle donne, protetto da buttafuori che controllavano la porta.

Trattata come pezza, drogata dalla chetamina e poi stuprata più volte, la coraggiosa ragazza che è riuscita a denunciare, dimostra come la stessa fosse ignara che ambienti cosi compromessi dalla droga potessero portare con sé anche violenze inaudite.

Quello che mi ha sconvolto di più, è leggere da Genovese “non credo di aver fatto nulla di grave, di illegale”.

Ebbene, il profilo del violento è privo di empatia e rispetto per il prossimo e per la donna.

E questo le donne lo devono sapere!

La violenza sulle donne è purtroppo e da diversi anni un fenomeno che, nelle statistiche e nella realtà dei fatti, si presenta sempre più in modo drammatico e complesso.

La cronaca quotidiana è tristemente nota per il numero esorbitante di episodi in cui, uomini anche molto in vista, economicamente e socialmente inseriti, re del web e della cronaca si rendono esecutori di sevizie, maltrattamenti, veri e propri soprusi a danni di giovani donne, mogli o compagne.

Lo stesso Presidente Mattarella, parlando del fenomeno, lo ha definito come vera e propria “emergenza pubblica” che, come tale, esige azioni decise e rigorose in grado, se non di fermare, almeno di arginare la sequenza impressionante dei reati di questa natura.

COSA DICE LA LEGGE?

Dal punto di vista normativo la Legge di riferimento che detta norme in materia di violenza domestica e di genere è la n.69 del 19 Luglio 2019. Un provvedimento tanto atteso quanto necessario, dopo l’escalation dei casi di femminicidio dello scorso anno consumati tra le mura domestiche, che prevede di velocizzare i tempi giudiziari, di inasprire le pene e, con l’art.17, il cosiddetto Codice Rosso, disciplinare tra le varie cose anche il trattamento psicologico ai condannati per reati sessuali e persecutori contro i familiari o conviventi”.

 

I 12 PASSI CON STUDIODONNE ONLUS PER LA CURA DELLA VIOLENZA.

Può esserci una strada che è quella della cura per il violento.

Il programma dei 12 passi abbracciato da Studiodonne Onlus è una possibile soluzione ed offre un programma spirituale anche per la famiglia del violento, moglie, compagna e figli ed anche genitori dello stesso quando ci sono.

Protezione delle vittime da un lato, cura dei “carnefici” dall’altro.

Con Studiodonne Onlus ci occupiamo delle questioni di violenza di genere a trecentosessanta gradi, indirizzando i nostri sforzi nella tutela dei diritti delle vittime, promuovendo e sensibilizzando l’attenzione pubblica su queste delicate questioni: la prima forma di prevenzione è infatti la consapevolezza di determinate dinamiche, di comprendere che ci possono essere forme di amore deviante, di attaccamento morboso e di stalking psicologico, capaci di trasformarsi in odio e addirittura in tragedia.

Oltre l’invito a fare rete, a denunciare i propri persecutori ed essere tutelate dalla legge, un aspetto essenziale riguarda la figura del “carnefice” che, nonostante tutto, ha la possibilità di curarsi secondo il Codice Rosso attraverso programmi specifici e trattamenti integrati di tipo psicologico, sociale, pedagogico, psichiatrico e di criminologia clinica.

 

Perché la lotta contro la violenza possa essere vinta serve anche avere un sistema che preveda la “cura” del reo.

Tra i tanti dati che annualmente testano il polso dei crimini di violenza sulle donne uno è significativo: almeno il 40% torna nuovamente a abusare e a rendersi colpevole di violenza se non viene curato.

 

Attraverso il metodo dei dodici passi, applicato in casi di dipendenza come la ludopatia, l’alcol e le droghe  riusciamo a ri-educare anche gli uomini violenti, così come già accade in diversi Paesi del mondo.

Si tratta di un percorso che punta alla ricostruzione della persona e sul controllo costruttivo delle sue emozioni, con la consapevolezza che la struttura umana è rappresentata simbolicamente in tre dimensioni: fisica, mentale e spirituale.

 

Un intero staff di alto livello ed un approccio multidisciplinare: queste le “armi” a disposizione della nostra Onlus con sede a Roma, in Via Vittorio Veneto 169 che sta lavorando perché la lotta contro la violenza di genere e sulle donne in particolare modo possa trovare finalmente e definitivamente una battuta d’arresto.

Giornata sulla violenza contro le donne, dati allarmanti in Campania.

Tante le iniziative in tutta la Penisola per combattere un fenomeno purtroppo sempre più frequente da Nord a Sud.

I dati in Campania sono tristi: 

E’ stato appurato che le donne con età compresa tra i 18 e i 74 subiscono vessazioni di ogni genere. Con il 67,8%, la nostra regione è quella con la percentuale più alta di tutto il Mezzogiorno con la Sicilia (71,6%).

Numeri che fanno riflettere e non poco. Per aiutare, o magari sostenere tutte le vittime di violenza è stato scritto un Manuale che sarà proposto a breve a Roma da Maria Luisa Missiaggia avvocato e fondatrice di Studiodonne Onlus “Può costituire un valido aiuto – afferma la professionista romana.

https://www.irpiniatimes.it/giornata-sulla-violenza-contro-le-donne-dati-allarmanti-in-campania/

Femminicidio, attivata la prima chat anonima per denunciare gli uomini violenti

Una chat anonima in cui gli uomini, autori di violenza di genere, possono chiedere aiuto e iniziare così un percorso di cura. E’ l’iniziativa avviata dall’associazione Studiodonne Onlus, fondata dall’avvocato matrimonialista del Foro di Roma, esperta in Diritto di Famiglia, Maria Luisa Missiaggia, che sarà presentata al convegno ‘Se la riconosci la eviti: strumenti per le donne e cura per l’uomo contro la violenza’ organizzato da Studiodonne Onlus il 25 novembre al Grand Hotel Plaza a Roma, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

https://www.leggo.it/italia/cronache/femminicidio_chat_anonima_uomini_violenti-4877303.html

uomo violento

Una chat anonima per la cura di uomini violenti.

L’avvocato Missiaggia lancia la prima chat anonima “per la cura di uomini violenti”: sarà presentata il 25 Novembre e rientra nel progetto #perteuomo.

Una chat anonima in cui gli uomini, autori di violenza di genere, possono chiedere aiuto e iniziare così un percorso di cura. E’ l’iniziativa avviata dall’associazione Studiodonne Onlus, fondata dall’avvocato matrimonialista del Foro di Roma, esperta in Diritto di Famiglia, Maria Luisa Missiaggia, che sarà presentata al convegno ‘Se la riconosci la eviti: strumenti per le donne e cura per l’uomo contro la violenza’ organizzato da Studiodonne Onlus il 25 novembre al Grand Hotel Plaza a Roma, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

https://www.corrierenazionale.it/2019/11/22/una-chat-anonima-per-la-cura-di-uomini-violenti/

Violenza, la prima chat anonima per gli uomini che maltrattano le donne.

Gli uomini violenti  in cerca di aiuto adesso hanno a disposizione una chat anonima. Uno strumento per quanti vogliono raccontare la loro storia e iniziare un percorso di cura. È l’iniziativa avviata dall’associazione Studiodonne Onlus, fondata dall’avvocato matrimonialista di Roma, esperta in Diritto di Famiglia, Maria Luisa Missiaggia, che sarà presentata al convegno “Se la riconosci la eviti: strumenti per le donne e cura per l’uomo contro la violenza”, il 25 novembre in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

https://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca/violenza_donne_chat_anonima_uomini_maltrattamenti-4875175.html

Una chat anonima per gli uomini maltrattanti: l’iniziativa dell’Avvocato Maria Luisa Missiaggia

Una chat in forma anomina creata appositamente per gli uomini maltrattanti: questa novità arriva dall’Avvocato matrimonialista ed esperta in Diritto di Famiglia, Maria Luisa Missiaggia che è intervenuta a Un Giorno Da Ascoltare.

Chat anonima per uomini maltrattanti

Questa chat si può trovare sul sito internet www.studiodonneonlus.com: si clicca in alto a destra nel riquadro “Chat anonima” e li ci sono tutte le istruzioni per denunciare un caso di violenza, subìta o effettuata.

https://www.tag24.it/245523-chat-anomina-gli-uomini-maltrattanti-liniziativa-dellavvocato-maria-luisa-missiaggia/

 

“La violenza sulle donne è una malattia” – Intervista dire

VIDEO | “La violenza sulle donne è una malattia”: intervista all’avvocato Missiaggia A parlare, per cercare “soluzioni pragmatiche e veloci”, quelle che spesso mancano in questo Paese “poco concreto”, è l’avvocato Maria Luisa Missiaggia, esperta di diritto di famiglia. ROMA – “La violenza è una malattia. So che questa affermazione scatenerà un grande polverone e […]

Libere dalla violenza! Possiamo riconoscere i segnali dell’abuso?ecco come si fa

Il fenomeno della violenza nei confronti delle donne suscita ormai da anni grave allarme ed insicurezza collettiva, con  fatti di cronaca sempre più frequenti e spesso con esiti nefasti.

Si tratta di un problema tanto diffuso quanto grave cui le istituzioni dedicano una crescente attenzione sia a livello Nazionale che Internazionale.

Lo scorso 17 luglio 2019, il Senato ha dato  il suo ok alla legge sul c.d. Codice Rosso.

La legge dispone le misure per tutelare le vittime di violenza domestica e di genere innovando e modificando la disciplina penale, sia sostanziale che processuale, inasprendo le sanzione.

La legge n. 69/19 da tutti conosciuta come “Codice rosso” è entrata in vigore lo scorso 9 agosto.

Ma che cos’è la violenza domestica?

La violenza domestica è il comportamento abusante di uno o entrambi i compagni in una relazione intima di coppia, quali il matrimonio e la coabitazione. La Organizzazione Mondiale della Sanità considera quattro forme di violenza tra partner: atti di violenza fisica, violenza sessuale, violenza psicologica e comportamenti controllanti.

Le statistiche degli ultimi anni dimostrano come questa forma di violenza viene posta in essere soprattutto dagli uomini, il cd carnefice.

La violenza contro le donne incide in maniera significativa sulla libertà, la dignità, l’autonomia, l’immagine di sé e l’autostima della vittima, in quanto la violenza sul corpo, sulla mente, sull’emotività, sugli affetti di una donna costituisce una forma di potere e controllo che si esprime attraverso atti o minacce di sopruso fisico, psicologico, sessuale. Per mantenerle in una condizione di sottomissione o inferiorità, l’uomo carnefice si finge superiore agli occhi della vittima, pur essendo in realtà una persona insicura e priva di autocontrollo e valori. Il carnefice conduce piano piano la vittima ad uno stato di inferiorità nei rapporti privati e pubblici, come il lavoro la scuola o comunque il mondo che la circonda. Tutti questi sono episodi che si ripetono e che possiamo definire “routine della violenza”.

 

Quali sono le difficoltà che le donne incontrano  prima di svelare la propria situazione di violenza?

  • Hanno paura di mettere ancor più a rischio la propria sicurezza e quella dei figli;
  • Spesso provano vergogna e hanno timore di subire ulteriori umiliazioni di fronte ad atteggiamenti giudicanti,
  • Spesso si ritengono responsabili della violenza subita e pensano di non meritare aiuto;
  • Sono dipendenti economicamente dal carnefice.

Quali sono i segnali per riconoscere una violenza domestica?

Come uscire dalla violenza domestica?

Il violento pone in essere alcuni atteggiamenti standard, quasi seguisse un copione:

  1. controlla i movimenti, i progetti e le attività della vittima generando isolamento sociale. La vittima così prende le distanze dal mondo, diventa più introversa e inizia a non amare più il contatto con gli altri;
  2. genera paura, distruggendo cose e oggetti ai quali la vittima tiene particolarmente;
  3. in presenza di altre persone, l’abusante cerca in tutti i modi di umiliare pubblicamente la vittima apparendo agli altri “fantastico”;
  4. spesso accompagna alle violenze fisiche minacce verbali, parole che hanno un forte senso dispregiativo finalizzate a far sentire la vittima “invisibile” e che portano a ridurre l’autostima;
  5. teme l’autonomia della vittima, tanto che, dinnanzi a comportamenti che manifestano il desiderio di indipendenza, ricorre a stratagemmi psicologici finalizzati ad annullare le sue volontà;

 

A seguito delle violenza le conseguenze per le donne sono ( indagini Istat ):

1) perdita di fiducia e autostima;

2) ansia, fobia e attacchi di panico;

3) disperazione e sensazione di impotenza;

4) disturbi del sonno e dell’alimentazione;

5) depressione;

6) difficoltà a concentrarsi e perdita della memoria;

7) dolori ricorrenti del corpo;

8) difficoltà nel gestire i figli;

9) autolesionismo o idee di suicidio.

Mi sento di lanciare un messaggio alle donne in pericolo :“ Donne, dovete imparare a difendervi, a riconoscere la violenza e a dire di no, dovete pensare prima a voi stesse e poi all’altro e nel modo giusto”.

 

Terapia di gruppo per gli uomini violenti: «Curarli per salvare le donne»

Terapia di gruppo per gli uomini violenti: «Curarli per salvare le donne»

«Mi dice mia moglie che sono violento. Non lo so, ma c’è qualcosa che non va in me». Uomini in cerca di aiuto. Una mano arriva dalla onlus Studiodonne.

https://www.ilmessaggero.it/mind_the_gap/violenza_donne_terapia_uomini-4732893.html?fbclid=IwAR1QxmFEPSvm8PXZq-3-XLJmxvY6MsvjnubHKtTEpyvYsBYlUlDPPqQTI0U

A difesa delle donne un progetto nei confronti del violento.